Gli ultimi fatti di cronaca e cioè il presunto accoltellamento a Montesilvano e il presunto stupro a Pescara, “sono un campanello d’allarme che non può essere ignorato”. Di qui la proposta e la disponibilità alla collaborazione istituzionale
Il presidente dell’Enbital (Ente bilaterale) Paolo Provino, esprime preoccupazione per i sempre più diffuso fatti di cronaca che riguardano i giovanissimi a cominciare, per restare agli ultimi fatti, all’accoltellamento tra minori che sarebbe avvenuto nei giorni scorsi a Montesilvano e su cui resta il massimo riserbo per quanto concerne le indagini e il presunto stupro ai danni di una 17enne che si sarebbe invece consumato a Pescara e per il quale due fratelli, uno dei quali minore, sono indagati.
Fatti che, sottolinea Provino, “pongono grandi interrogativi sulla sicurezza. Sono eventi – aggiunge riferendosi proprio ai due casi citati – che ci scuotono profondamente e ci pongono di fronte a una realtà innegabile: la sicurezza nelle nostre città è sempre più a rischio”. Di qui non solo la disponibilità alla massima collaborazione istituzionale, ma anche la proposta di lezioni “in divisa” e cioè con la presenza di rappresentanti delle forze dell’ordine, nelle scuole.
“Come presidente di Enbital, Ente da sempre impegnato per la salvaguardia a tutto tondo dei cittadini attraverso il proprio Centro studi, sono particolarmente preoccupato per questa escalation di violenza. I dati che raccogliamo e analizziamo ci mostrano un quadro allarmante, con un aumento di episodi che vedono come vittime giovani e fragili”, ribadisce Provino palando di veri e proprio “campanelli d’allarme che non possiamo ignorare. Dobbiamo interrogarci sulle cause profonde di questa violenza, sulle dinamiche sociali che la alimentano, sulla necessità di investire in politiche di prevenzione e inclusione”.
“La sicurezza – prosegue – non è solo una questione di ordine pubblico, ma anche di educazione, di cultura, di opportunità. Dobbiamo lavorare insieme, istituzioni, famiglie, scuole, associazioni, per costruire una comunità più coesa e solidale, dove i giovani possano crescere e realizzarsi senza essere vittime o artefici di violenza senza anche dimenticare la violenza di genere, ancora troppo spesso derubricata nella sua gravità, se non, ancor, peggio tenuta nascosta tra le mura domestiche o nei contesti di socializzazione giovanile”.
“Dobbiamo lavorare moltissimo perché cadano i residui muri del silenzio, incoraggiare le vittime a denunciare, garantire loro il sostegno e la protezione necessari. Dobbiamo tornare ad educare i nostri giovani al rispetto reciproco, al consenso, alla parità di genere”, rimarca ancora Provino.
“Enbital, attraverso il suo Centro Studi, è impegnata a fornire dati e analisi utili per comprendere e contrastare questi fenomeni. Siamo pronti a collaborare con le istituzioni e con la comunità per sviluppare strategie efficaci di prevenzione e intervento”, fa quindi sapere mettendosi a disposizione.
“La sicurezza delle nostre città è una responsabilità collettiva – chiosa -. Non possiamo più permetterci di delegare, di aspettare che siano altri a risolvere i problemi. Dobbiamo invece assumerci la responsabilità della nostra parte, con coraggio e determinazione, per costruire un futuro più sicuro e sereno per tutti”.
“Credo fermamente che l’educazione al rispetto delle leggi e delle persone debba iniziare dalla scuola. Per questo, propongo che ogni settimana, in tutte le scuole, si dedichino 45 minuti a lezioni tenute da personale in divisa. Questi incontri – conclude – servirebbero a insegnare ai ragazzi l’importanza del rispetto delle regole e delle persone. Credo sia urgente concentrarsi sull’insegnamento del rispetto fondamentale tra uomo e donna, che sono le basi della nostra società”.