Gianluca Veneziani
Lavorare per vivere e non morire di lavoro. E’ un messaggio proteso alla cultura della sicurezza quello lanciato a Bari a “Di lavoro si vive”, seminario organizzato da Cgil regionale, Inail Puglia e Fondazione Rita Maierotti.
I numeri dell’Inail parlano di un aumento in Puglia degli infortuni nei primi due mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: da quasi 4mila passano a oltre 4mila e duecento con un +6%. 7 i morti tra gennaio e febbraio di quest’anno, erano stati 78 in tutto il 2023, quattro in più rispetto al 2022.
Il fenomeno riguarda in particolare edilizia e agricoltura, e ha a che fare con una cultura della prevenzione ancora troppo bassa, sia tra i datori di lavoro che tra i lavoratori. Da qui l’urgenza di sempre maggiore formazione – è l’appello di Inail e Cgil – abbinata a più stringenti controlli. Oltre a una legislazione che preveda l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro.
In Italia nel 23,5% dei casi gli incidenti riguardano lavoratori stranieri, ed è straniero un morto sul lavoro ogni tre. A dimostrazione di una maggiore precarietà di chi arriva fuori confine nella tutela dei propri diritti.














