L’EFFETTO DRAGHI FA FARE UN BALZO ALLE BORSE EUROPEE MA IL NODO POLITICO È ANCORA DA SCIOGLIERE

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a cura di Gabriele Ciancitto

Il conferimento del mandato esplorativo a Mario Draghi da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sembra aver avuto un effetto molto positivo sulle borse europee (Dax +1,05%, Cac40 +1,14%, Ftse100 +0,85% e Ftse Mib +1,81% a 22.465 punti), con lo spread Btp/Bund che si attesta a 105 punti base e che potrebbe calare ancora, addirittura sotto i 100 punti qualora al Professore dovesse riuscire l’impresa di formare in tempi rapidi un nuovo Governo (lo dichiara all’agenzia MF-Dow Jones lo strategist di una casa d’investimento italiana).
Grande attenzione di tutte le forze sociali e politiche, dunque, sulle prossime mosse dell’ex Governatore della BCE, che già nella sua prima comunicazione da “incaricato” del Quirinale ha mostrato una certa determinazione nel voler risolvere nel più breve tempo possibile la questione nomine e dare una “risposta responsabile” ai problemi del Paese, lanciando a tal fine un appello ai partiti e alle forze sociali, chiedendo “unità” e “capacità”.


Se la parola d’ordine che sembra imporsi – date le circostanze – è “dialogo con tutti”, non tutti sembra che vogliano dialogare con il Professore, a partire dal Movimento 5 stelle che, attraverso le parole del suo capo politico Vito Crimi, ha da subito chiarito che l’unica strada percorribile sarebbe stata quella di “un governo politico” e che “pertanto non voterà per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi.
Parole che non lascerebbero spazio ad alcuna trattativa, sebbene il fronte dei 5stelle abbia dimostrato più volte di non essere compatto. Solo qualche giorno fa il Movimento ha perso un’altra delle sue componenti centriste. Il deputato Emilio Carelli ha deciso di entrare nel gruppo misto a causa del “triste spettacolo di queste ultime settimane” e del “tentativo di compravendita di singoli parlamentare delle opposizioni o dei gruppi minori al solo fine di garantire la maggioranza”.
Non è dato sapere quindi se all’interno della base del Movimento prevarrà la posizione dei c.d. responsabili, ovvero s’imporrà l’opinione di quella componente euro-scettica (capitanata da Alessandro Di Battista), che considera Draghi diretta espressione di quel “sistema finanziario” da abbattere senza troppi fronzoli.


Se i 5stelle dovessero arrivare divisi alla conta finale, scontato (ma non troppo) l’appoggio di Renzi, che ancora una volta è considerato il “padrino” del nuovo esecutivo, decisiva sarebbe la posizione di Forza Italia, che non ha fatto mistero di apprezzare Draghi e che da tempo auspica un governo di unità nazionale formato “dai migliori”.
Una svolta filo-governativa da parte di Berlusconi non è quindi da escludere, ma a quel punto la partita si aprirebbe nel campo del centro-destra. Fratelli d’Italia e Lega sono compatti nel ribadire che la soluzione migliore sarebbe stata dare l’ultima parola agli italiani, ma tale posizione non esclude un appoggio esterno ai provvedimenti necessari per la ripresa economica e per far fronte all’emergenza sanitaria.
Resta il fatto che, nonostante le molte incognite ancora da risolvere, la figura di Draghi ha rassicurato molto gli osservatori internazionali ed europei in particolare, che vedono nell’ex governatore una figura, se non “familiare”, quanto meno non ostile.
E mentre il sole tramonta dall’altra parte dell’Atlantico, la penna del NY Times Jason Horowitz dà la buona notte ai suoi lettori con le parole del buon Mario Calabresi su Twitter: “I’m going to sleep soundly. You?”.

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