(A cura del Geologo Adriano Dal Pozzo)
Una normativa in continuo aggiornamento
La normativa relativa all’utilizzo dei droni è regolata dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile ENAC, che dal 2015 ha iniziato una collaborazione con l’ENAV (Ente Nazionale Assistenza al Volo) per determinare le condizioni tecniche in grado di consentire il sicuro impiego di questi mezzi in diversi scenari operativi. I droni civili sono riconosciuti a tutti gli effetti come aeromobili dall’art.743 del Codice della Navigazione.
I SAPR (Sistemi Aerei a Pilotaggio Remoto) per voli specializzati devono sottostare alla normativa ENACvigente, che comunque è in continuo aggiornamento. I SAPRsono normati da due regolamenti principali: Regole dell’aria Italia – (Integrazione Regolamento UE 923/2012), che spiega quanti tipi di volo esistono e le regole per una buona condotta del volo nel rispetto delle leggi e degli altri mezzi aerei; Prontuario delle infrazioni – (Circolare del Ministero dell’Interno con tutta una serie infrazioni ed equivalenti sanzioni).
Chi usa il drone per lavoro deve frequentare un corso teorico e pratico presso una scuola di volo accreditata. Al termine del corso e dopo il superamento degli esami teorici e pratici, l’ENAC rilascia un “patentino”. Per qualsiasi riferimento normativo e approfondimenti è opportuno consultare il sito dell’Enac (www.enac.gov.it).
I droni nella pratica professionale
Oltre che per servizi fotografici e televisivi, nella pratica professionale l’utilizzo di un drone permette di avere un potente strumento diagnostico, trovando largo impiego in numerosi contesti geologici, ingegneristici, architettonici, archeologici e in agricoltura. Tutto si basa sulla scelta della sensoristica di bordo, i cui prezzi sono estremamente variabili a seconda dei dettagli e delle sfumature che si vogliono cogliere nei rilievi. L’agricoltura di precisione, attraverso l’utilizzo di camere multispettrali che colgono lo stato di salute della vegetazione, rappresenta una nuova frontiera, a buon mercato, per il monitoraggio di attività agricole intensive, soprattutto per la corretta e mirata gestione delle risorse (principalmente quelle idriche); camere multispettrali simili trovano largo impiego nella ricerca di minerali. È già noto e sperimentato l’utilizzo dei droni per l’individuazione ed il monitoraggio di coperture e manufatti di asbesto (amianto): in questo modo è possibile stabilire con accuratezza tematica le superfici delle coperture, e procedere quindi ad una previsione realistica sullo stoccaggio e messa in sicurezza di questo materiale. I sensori termici vengono utilizzati per attività di ricerca, soccorso o per verificare le caratteristiche di coibentazione di edifici al fine di valutarne le caratteristiche di dispersione energetica.
In base al tipo sensore vi è un principale utilizzo:
Fotocamera: Fotogrammetria – Foto e video
Fotocamere multispettrali: Agricoltura di precisione – Coperture Eternit
Termocamere: Emergenza incendi e salvataggio
Laserscanner: Modellazione tridimensionale
La rivoluzione della fotogrammetria: principi
La fotogrammetria è una tecnica che, attraverso l’utilizzo di immagini, permette di definire posizione, forma e dimensioni di tutto ciò che ci circonda fotografando uno stesso soggetto da posizioni differenti. Da semplici fotografie vengono generati modelli 3D della realtà ad alta risoluzione da implementare in sistemi CAD – GIS. In commercio esistono numerosi software che permettono di effettuare queste operazioni; tutti si basano su di un principio cardine: l’utilizzo di un Algoritmo Structure From Motion. Le profondità e le caratteristiche tridimensionali della geometria dell’elemento vengono generate a seguito della sovrapposizione di due o più punti, sfruttando il principio della stereoscopia che utilizza due (min.), fotogrammi ripresi da due punti differenti ma con una certa sovrapposizione (min. 60%) in modo da ricavare misure tridimensionali dell’oggetto. La fotogrammetria ha rappresentato una vera e propria rivoluzione: ad oggi è necessaria una discreta fotocamera montata a bordo di un drone per ottenere una modellazione tridimensionale. Come tutte le tecnologie, bisogna avere coscienza dei limiti, dei campi di applicabilità e soprattutto delle metodologie d’analisi per ottenere un dato che si avvicini il più possibile alla realtà.
Ingegneria, geologia e droni
In ambito ingegneristico e geologico la figura del Pilota APR (Aeromobili a Pilotaggio Remoto) sta prendendo sempre più piede, in quanto questa tecnologia risulta fondamentale per avere informazioni utili senza tralasciare un buon dettaglio dell’informazione. Basti pensare al largo impiego di droni nell’ambito dei monitoraggi dei viadotti italiani a seguito del crollo del ponte Morandi di Genova. In questo modo è possibile produrre documentazione video-fotografica sullo stato di fatto per programmare correttamente i tempi di manutenzione e messa in sicurezza. In ambito geologico, un report fotogrammetrico ben fatto ci restituisce un modello 3D con precisione centimetrica su cui poter dimensionare la fase di studio e progettazione di qualsivoglia progetto. Ad esempio, aree soggette a frane possono essere cartografate con precisione individuando così le zone più instabili da mettere in sicurezza. A seguito di eventi meteorologici di particolare intensità, si ha da subito a disposizione una stima rapida dei danni e un aiuto immediato in fase d’emergenza.
Figura 1. Esempio di Analisi Fotogrammetrica di un versante interessato da frane. In alto la foto aerea; In basso il modello 3D ad alta risoluzione.

Tecnologia in evoluzione
In un periodo non lontano da questo, attraverso l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale e delle nuove reti dati come il 5G, i droni entreranno di prepotenza nella nostra quotidianità. Già da tempo colossi tecnologici come Amazon progettano di effettuare consegne a domicilio con la propria flotta di droni. Nelle Smart City che verranno si troveranno larghi impieghi in ambito di sicurezza, sorveglianza e prevenzione.
Geol. Dal Pozzo Adriano (www.dsgdiagnostica.it)














