Pensioni, aumento dal 2024 fino a 130 euro: non sarà uguale per tutti

0
274

Dagli aumenti annunciati da tempo per dicembre al +5,4% per l’intero 2024: ecco la nuova panoramica per le pensioni italiane

Buone notizie per i pensionati. Dal 2024 si registrerà un generale aumento, grazie alla rivalutazione per l’inflazione. Il Mef ha ufficializzato l’incremento degli assegni del 5,4% ma le condizioni non saranno identiche per tutti. Non si tratta, però, dell’unica buona notizia per chi riceve un assegno pensionistico. Dicembre sarà infatti un mese decisamente ricco e di seguito spieghiamo nel dettaglio tutti gli incrementi previsti dal governo, legati all’inflazione e non solo, e a cosa fanno riferimento.

Aumento delle pensioni

Firmato il decreto che dispone un adeguamento del 5,4% fino a un massimo di 130 euro, in relazione all’inflazione, delle pensioni italiane a partire dal primo gennaio 2024: “L’aumento è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023”.

Un aumento del 5,4% sarà garantito soltanto a chi percepisce fino a quattro volte il minimo pensionistico. Per le altre fasce, invece, si assisterà a una riduzione progressiva:

  • 4,59%   fino a cinque volte il minimo;
  • 2,862% tra cinque e sei volte il minimo;
  • 2,538% tra sei e otto volte il minimo;
  • 1,998% tra otto e dieci volte il minimo;
  • 1,188% oltre dieci volte il minimo

Gli scaglioni saranno applicati sulla base del valore definitivo del minimo Inps 2023. Una cifra pari a 568 euro, che arriverà a quota 598 euro con la rivalutazione del 2024. Per quanto concerne l’assegno sociale, invece, è ad oggi da 503 euro e dovrebbe arrivare a 534 euro.

Gli aumenti di dicembre

A dire il vero, però, non occorrerà attendere l’anno nuovo per assistere a degli incrementi negli assegni pensionistici. Ottime notizie già a partire da dicembre 2023. L’aumento riguarderà più di 20 milioni di italiani e le ragioni sono principalmente tre:

  • aumenti legati all’incremento dell’inflazione 2022;
  • una più ricca tredicesima;
  • zero conteggio delle ritenute addizionali comunali e regionali.

Il decreto Anticipi ha approvato a ottobre il conguaglio dell’adeguamento degli assegni pensionistici a novembre. Il tutto è stato poi posticipato al primo dicembre 2023. Si punta così al recupero dell’inflazione effettiva del 2022.

Il 100% della rivalutazione sarà garantito soltanto alla fascia di riceventi che ottiene fino a quattro volte il trattamento minimo garantito dall’Inps. Si parla dunque di un tetto massimo di 2.101,52 euro lordi mensili. Con l’aumentare della cifra, cala la percentuale di aumento, fino al 32% per gli assegni fino a 10 volte il minimo. Una percentuale che scenderà ulteriormente nel 2024, toccando quota 22%.

Al fine di correggere i calcoli legati all’inflazione effettiva del 2022, l’aumento sarà dello 0,8% sulla pensione di dicembre. È però previsto anche l’arrivo di tutti gli arretrati del 2023, da gennaio a novembre. Anche la tredicesima, dunque, subirà un incremento dello 0,8%. Un Natale molto felice per molti pensionati, dunque, con tanto di bonus da 155 euro riconosciuto agli assegni più bassi.

Come al solito, le pensioni di dicembre verranno corrisposte tramite bonifico il primo dicembre 2023. Differente il discorso per quanto riguarda i contanti, da ritirare presso gli uffici postali. Si rispetta infatti il consueto ordine alfabetico, al fine di evitare resse presso gli istituti (più di quanto non accada già):

  • venerdì  1 dicembre: cognomi dalla A alla C;
  • sabato   2 dicembre: cognomi dalla D alla K;
  • lunedì    4 dicembre: cognomi dalla L alla P;
  • martedì 5 dicembre: cognomi dalla Q alla Z.

Fonte: QuiFinanza