Defibrillatori obbligatori: un argomento da prendere a cuore

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DAE in movimento e nelle aree pubbliche italiane: una risorsa per tutti

In situazioni d’emergenza provocate da un improvviso arresto cardiaco, i fattori in grado di garantire la sopravvivenza delle vittime sono le manovre di rianimazione cardiopolmonare (fondamentali per guadagnare tempo in attesa dei soccorsi) e la defibrillazione precoce. Diviene così fondamentale che i defibrillatori siano presenti e distribuiti in maniera capillare su tutto il territorio, così da poter essere facilmente utilizzati dai testimoni del malore. Da questa forte necessità nasce il disegno di legge “Salvavita” proposto da Giorgio Mulè (Fi) e Mara Lapia (M5s), che dopo il voto in Commissione Affari sociali ha avuto il consenso unanime dell’aula della Camera.

Si tratta di una proposta che vuole introdurre l’uso sistematico ed obbligatorio dei defibrillatori in ambienti come aeroporti, treni, uffici della pubblica amministrazione, scuole e in tutti i luoghi pubblici altamente frequentati, con l’obiettivo di tutelare la salute e prevenire le numerose morti di natura cardio-circolatoria che affliggono ogni anno il nostro Paese. La proposta di legge introduce altresì l’obbligo di dotarsi, presso aeroporti, stazioni ferroviarie, stazioni marittime, mezzi di trasporto aerei, ferroviari e marittimi (in particolar modo quelli in cui la distanza tra due stazioni è maggiore di due ore), di defibrillatori semiautomatici ed automatici esterni (DAE) e di personale appositamente formato. Ad illustrare il contenuto di tale provvedimento, composto da 2 articoli, è Maria Lapia:

“La defibrillazione elettrica rappresenta di fatto l’unico intervento possibile, che ovviamente deve essere attuato con la massima tempestività a seguito del malore e della perdita di conoscenza. Con l’acronimo Dae (defibrillatore automatico esterno) si definisce un sistema di analisi del ritmo cardiaco in grado di indicare al soccorritore se la scossa salvavita sia necessaria o meno nonché un sistema di caricamento automatico finalizzato alla scarica elettrica. Il ricorso a un defibrillatore completamente automatico prevede semplicemente l’apposizione di elettrodi al paziente e l’accensione del dispositivo che, nel giro di pochi secondi, svolge la predetta analisi e, in presenza di fibrillazione ventricolare o di tachicardia ventricolare con caratteristiche prestabilite, eroga la scarica elettrica. Nel caso di utilizzo di dispositivi semiautomatici, invece, la scarica viene erogata a seguito della conferma da parte dell’operatore, che riceve dallo stesso strumento informazioni sull’eventuale presenza di fibrillazione ventricolare”.

PROPOSTA DI LEGGE:

Art. 1. (Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero)

Al fine di tutelare la salute e prevenire i decessi a causa di malattie ischemiche del cuore e cerebrovascolari e altre malattie del cuore, presso gli scali aerei, ferroviari e marittimi e a bordo dei mezzi di trasporto aerei, ferroviari e marittimi è fatto obbligo di dotarsi di defibrillatori semiautomatici e automatici esterni (DAE) e di personale formato ai sensi della legge 3 aprile 2001, n. 120. 2. Con decreto del Ministro della salute, da adottare di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti i criteri e le modalità per l’attuazione delle disposizioni di cui al comma 1.

Art. 2. (Entrata in vigore)

La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

È indispensabile proporre idee e leggi adeguate ed aggiornate per accrescere la tutela della salute: basti pensare all’importanza dell’introduzione dell’obbligo del DAE negli impianti sportivi per mettere in sicurezza gli atleti. Per quanto riguarda le stazioni e i mezzi di trasporto, che ogni giorno percorrono le città italiane e vengono impiegati da migliaia di utenti di ogni età, avere un defibrillatore a disposizione in questi luoghi rappresenterebbe la certezza di poter ricorrere ad una risorsa concreta per la salvaguardia della vita. In tale contesto risulta fondamentale la formazione degli operatori preposti all’uso del dispositivo salva-vita.

I corsi BLS-D (Basic Life Support and Defibrillation), ossia Supporto di base delle funzioni vitali e defibrillazione precoce, persegue lo scopo di contrastare le morti improvvise rafforzando la capacità di risposta a questo tipo di emergenza sanitaria. Non si tratta soltanto di apprendere l’utilizzo del defibrillatore, che in realtà è programmato per guidare chi ne fa uso: è infatti basilare che le persone siano formate ad iniziare la cosiddetta “catena della sopravvivenza” costituita da 4 anelli-fasi: riconoscere l’arresto cardiaco; chiamare subito i soccorritori del 118; effettuare le manovre di rianimazione cardiopolmonare per supportare le funzioni vitali della vittima; eseguire la defibrillazione per contrastare l’aritmia e tenere l’atleta in vita con il cervello ossigenato, il tutto in attesa dell’arrivo dell’ambulanza.

È importante che le prime tecniche di soccorso, in particolar modo le Compressioni Toraciche Esterne (CTE, ovvero il massaggio cardiaco), siano eseguite immediatamente, poiché servono a conservare vitali il cuore e il cervello. A questo primo processo si aggiunge l’uso del defibrillatore, che consente di erogare una scarica elettrica stabilita in automatico dal DAE stesso, e di arrestare l’aritmia più rischiosa, ovvero la Fibrillazione Ventricolare (FV). Risulta chiaro quanto la rapidità dell’intervento, unita al sapere esattamente cosa fare, sia a tutti gli effetti salvifica: basti pensare che meno del 5% delle persone colpite da arresto cardiaco sopravvive se non trattata in tempo, mentre tale percentuale sale al 10-20% in presenza di testimoni che si attivino e al 60% se si utilizza il defibrillatore. Oggi, finalmente, anche in Italia si sta consolidando l’impegno ad aumentare la diffusione dei DAE su tutto il territorio, con l’auspicio che un giorno l’obbligo venga esteso a macchia d’olio sino a completare quella lista di luoghi in cui la sua presenza può fare davvero la differenza.

Il commento del Presidente Nazionale Italian Resuscitation Council Dott. Andrea Scapigliati:

<<Mi permetto di accogliere favorevolmente il testo unico del disegno di legge sull’utilizzo dei defibrillatori in Italia, adottato dalla Commissione Affari Sociali della Camera. Esso contiene, infatti, molti interventi positivi che possono contribuire a salvare più persone colpite da arresto cardiaco nel nostro Paese. IRC – Italian Resuscitation Council – ha contribuito a indicare attraverso il documento, “Un sistema per salvare più vite”, depositato presso la Commissione durante le audizioni preliminari”, i molti tasselli che è necessario comporre per poter aumentare la probabilità che una vittima di arresto cardiaco riceva il soccorso più adeguato e tempestivo: nel documento li abbiamo riassunti in 10 punti che abbiamo condiviso anche con la comunità scientifica internazionale (è in uscita un articolo sulla rivista scientifica internazionale “Resuscitation”).

L’informazione e la formazione rimangono uno snodo fondamentale e la scuola è l’ambiente più idoneo dove apprendere queste competenze. Insieme ad esse, uno dei punti cruciali per agevolare la disponibilità dei presenti a prestare soccorso è la salvaguardia legale per chi tenta di salvare una persona che ha già iniziato a morire: il testo unico aggiunge finalmente un elemento di chiarezza alla normativa in vigore, stabilendo che chi agisce in stato di necessità ed emergenza per rianimare una vittima di sospetto arresto cardiaco può utilizzare il defibrillatore e iniziare le manovre di rianimazione cardiopolmonare (massaggio cardiaco) anche se non è stato appositamente formato.

È un aspetto decisivo che allinea l’Italia con quanto già adottato in molti altri Paesi e che emerge dalla letteratura scientifica. Per questo IRC, insieme alle altre realtà impegnate in questo ambito, ha voluto insistervi molto durante i lavori preparatori in Commissione Affari Sociali della Camera dove siamo stati ricevuti in audizione lo scorso 18 giugno. Ci auguriamo che il percorso del disegno di legge possa proseguire in maniera attenta e costruttiva così come ha avuto origine: grazie all’impegno e alla collaborazione di istituzioni politiche, scientifiche e associative diverse ma accomunate dalla stessa sensibilità e dallo stesso fine di soccorrere e salvare vite>>.

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